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Cagnano sogna con l’Audace Calcio  in prima categoria

È appena partita una stagione importante per il calcio cagnanese, con la Audace Cagnano che ha esordito in prima categoria facendo sognare una intera comunità. Una sfida lanciata nel 2017 che, scalando la terza e poi la seconda categoria, ha portato i nostri ragazzi a questo importante risultato. 

Finale al Madre Pietra:Lucera 0Audax Cagnano 1

Pubblicato da Asd Audace Cagnano Calcio su Domenica 29 settembre 2019

L’unione fa la forza 

Pensare a questa importante sfida come semplice fatto sportivo è riduttivo, si rischia infatti di non cogliere l’insieme di forza ed energie che sono servite a questo traguardo importante: per fare questobisogna fare un passo indietro. 

Fin qui è stato un percorso bello. – spiega Giuseppe Russo dell’ASD Audace Cagnano – L’obiettivo è fare in modo che una piccola comunità come quella di Cagnano possa trovare motivi di unione, una bandiera sotto cui unirsi” 

A Giuseppe Russo nel direttivo si aggiungono il presidente Giovanni Coccia, Michele Marucchelli, Michele Di Nauta, Fabrizio Coppolecchia. Al direttivo si aggiunge un’altra trentina di persone che coordina il tutto.  Come ad esempio il settore giovanile, che ha tanti istruttori.  

“Nel gruppo ognuno dà quello che può ma senza pubblicizzarsi. Le scelte sono condivise con gli altri. Quando si fa calcio in un certo modo c’è la consapevolezza di rimetterci tempo e denaro, con tanto impegno e passione. È una motivazione passionale più che razionale, dal momento che si sacrifica il tempo libero, gli affetti, il tutto per passione e non per guadagno. La porta è aperta a tutti coloro che condividono i valori e la passione dell’Audace e ovviamente gusto di seguirli con sacrifici”. 

Una gestione aziendale 

Uno dei punti forti dell’Audace è senz’altro una gestione professionale e attenta dell’associazione. Se si parla di gestione aziendale di una associazione molti storcono il naso: non è un controsenso? L’associazione ovviamente non nasce per creare utili ma senz’altro può condividere una gestione virtuosa delle risorse che si avvicina a quella di un’azienda.  

Abbiamo lavorato sull’organizzazione economica e operativa. L’associazione va gestita come azienda- continua Russo- è diversa dalla singola persona: è una struttura che si distingue dalla singola persona, una struttura forte che va oltre le persone, ma ne valorizza l’impegno e la passione. Inoltre questa gestione precisa ci consente di partecipare a bandi e far detrarre ai nostri sponsor i contributi per la squadra dalle tasse. 

Quest’anno abbiamo il sostegno di 4-5 operatori economici più grandi per creare sinergia tra squadra e tessuto produttivo del paese. Il tutto con riscontri positivi. Agli operatori economici non chiediamo solo soldi ma di condividere un progetto di crescita reciproca. L’offerta è fine a sé stessa se non si crede a quello che facciamo. Non solo sponsorizzazione pubblicitaria ma anche fiducia. 

E non solo dalle aziende: anche il 5×1000 ha avuto una riposta positiva. Il tutto è frutto di una condivisione. Ho piena fiducia nel fatto che si farà sempre meglio”.  

 

Non solo sport ma anche sociale 

Accanto al tema puramente agonistico e sportivo, c’è l’impatto sociale. L’Audace Cagnano spesso e volentieri partecipa anche alle manifestazioni delle altre associazioni del paese, mettendo a disposizione anche la sede, e vanta un settore giovanile 100 bambini.  

Chiedono di giocare con noi anche da comuni limitrofi come Apricena, Torremaggiore, Carpino, Rodi, Peschici, ma l’osso duro della squadra è fatto dalla decina di ragazzi di Cagnano, che vogliamo siano assolutamente presenti in campo. 

La campagna abbonamenti ha riscosso una discreta partecipazione, è servita soprattutto per cementificare il legame tra la squadra e il paese”.  Paese che si è prestato all’ormai tradizionale foto di rito con la tessera pubblicata sulla pagina Facebook dell’associazione.  

“Ma l’obiettivo è coinvolgere la popolazione anche in trasferta con dei pullman o attraverso lo streaming su Facebook. Il 20 agosto inoltre c’è stata una serata per ricordare le vecchie glorie e presentare la nuova squadra e l’inno composto da Fabio D’Errico. 

Serata AUDAX DAY 22.08.2019

Video n°3:- Continua Video Vecchieglorie- Intervista Vecchie Glorie: Giovanni Orfeo, Nicandro Marinacci, Premio alla Carriera Cataldo Bosna

Pubblicato da Asd Audace Cagnano Calcio su Martedì 1 ottobre 2019

 

“Lo spirito è quello di fare del bene al paese ma anche sana ambizione – conclude Russo- Sapere che ragazzi vogliono venire a giocare a Cagnano fa piacere. Vogliamo dimostrare che nel nostro paese le cose buone si possono fare. 

 

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Cagnanesi nel pallone

Addio a Cataldo Bosna, colonna del volontariato cagnanese

 

 

Addio a Cataldo Bosna, colonna del volontariato cagnanese

E’ venuto a mancare oggi Cataldo Bosna, dopo una lunga malattia. Classe 1947, Cataldo è stato uno stimato concittadino che si è sempre impegnato nel sociale, complice il suo carattere espansivo e cordiale.

Storico presidente del Gruppo Donatori di Sangue ‘Fratres – Padre Pio‘ , ne è stato anche un attivo attore fin dalla nascita dell’associazione, nel 1987. Molti lo conoscevano in ambito parrocchiale, dal momento che con il coro animava la liturgia della domenica.

Non verrà sicuramente dimenticato come grande protagonista, da giovane, delle partite di calcio del Cagnano, di cui negli anni 60-70  era giocatore.

Vogliamo ricordarlo con il sorriso e la simpatia che lo ha sempre contraddistinto.

I funerali si terranno domani pomeriggio in Chiesa Madre.

L’Associazione Schiamazzi si stringe attorno alla famiglia e agli amici

Festa Patronale 2019, il programma degli appuntamenti civili e religiosi

festa patronale cagnano varano
festa patronale cagnano varano

Con l’inizio della Novena ai Santi Michele e Cataldo, a Cagnano Varano è partito ufficialmente il conto alla rovescia per la tre giorni di Festa Patronale che animerà il paese gargnico. La festa come ogni anno si aprirà con il pellegrinaggio alla Grotta di San Michele, a pochi chilometri dal centro garganico, l’8 maggio, e si concluderà con il concerto di Luca Carboni in piazza Giannone il 10.

Anche quest’anno, il Comitato Feste, composto da alcune associazioni locali, dalle due parrocchie e dall’Amministrazione Comunale, ha deciso di finanziare i festeggiamenti attraverso una lotteria regolarmente autorizzata dal Monopolio di Stato.

Gli eventi collaterali

Oltre ai tradizionali tre giorni a cura del Comitato Feste e delle comunità parrocchiali, il calendario quest’anno si arricchisce di eventi collaterali a cura delle associazioni socioculturali cagnanesi.

Si parte sabato 4 maggio alle 18.30 con la presentazione del libro “La base idrovolanti di San Nicola di Varano” a cura del Gruppo di donatori di sangue Fratres di Cagnano presso l’ex convento francescano.

Domenica 5 maggio a partire dalle 16 l’associazione Montagna del Sole propone “La benedizione degli animali”, domestici e non, nei pressi della Grotta di San Michele.

Martedì 7 invece una serata all’insegna della solidarietà a favore dell’Associazione AGAPE con il concerto dei The Gordons, cover band ufficiale dei Nomadi in piazza Nicola D’Apolito.

8 Maggio, Festa di San Michele

Mercoledì 8 la Festa entra nel vivo in mattinata con il giro per le vie del paese della ‘Banda Musicale Città di Cagnano Varano”, alle ore 9,00 e ore 10,30 le Celebrazioni Eucaristiche alla Grotta di San Michele Arcangelo.

Alle 18 dopo il raduno presso la Croce con le Autorità Civili e Militari, il Pellegrinaggio

verso la Grotta di San Michele Arcangelo,seguito dalla Concelebrazione Eucaristica e da artistici fuochi pirotecnici. Alle 21,30 in Piazza Giannone il concerto della Opera ‘s Band seguito dal dj set di Ilario lacobelli B2B Berry con le Radioline.

9 maggio

Giovedì 9 maggio alle ore 16 appuntamento con i “Giochi Cagnanesi”, a cura del Comitato feste in collaborazione con il circolo Arci arcobaleno Vecchio Frantoio e Time music: corsa nei sacchi, tiro alla fune, gara delle carrozze, torneo di braccio di ferro e cuccagna, un pomeriggio all’insegna dei giochi dei nostri nonni.

In serata alle 21.00 in Piazzetta Bellavista c’è il  concerto della Banda musicale “Città di Cagnano Varano”, diretta dal Maestro Prof. Carolina Antonia Tancredi.

10 Maggio, Festa di San Cataldo

Venerdì 10 maggio, Festa di San Cataldo Vescovo, alle ore dopo 9,45 il raduno delle Autorità Civili, Militari e delle Associazioni a Palazzo di Città, il corteo con in testa il gonfalone si muoverà verso la Chiesa Madre dove alle 10.30 c’è Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Franco Moscone, vescovo della diocesi di Manfredonia. Seguirà la Processione per le vie del paese, accompagnata dalla “Banda Musicale Città di Cagnano Varano”, in conclusione artistici fuochi pirotecnici in piazza Giannone.

Alle ore 21.00 in Piazza Giannone: estrazione della lotteria Feste Patronali Cagnano Varano, seguita alle 22 dal concerto di Luca Carboni.

Nel frattempo, ogni sera alle 19 in Chiesa Madre si tiene la novena per la preparazione liturgica e spirituale alla celebrazione dei Santi.

Memorie sulla donna cagnanese

Una giornata di una donna cagnanese nel passato

La donna cagnanese di un tempo era solita destarsi dal sonno ancora prima del sorgere dell’alba. La sua faticosa giornata poteva iniziare dalle ore 4/5 del mattino e finire alle ore più tarde della notte, poiché era la prima ad alzarsi e l’ultima ad andare a dormire. Madre di numerosi figli doveva innanzi tutto affaccendarsi nelle mansioni domestiche, preparare la polenta per la colazione e i pochi fichi secchi da portare in campagna, dato che il pane era caro e non sempre era facile raggiungere il mulino per macinare il grano e poi metterlo nella “cruedda”, un contenitore di paglia rivestito da pelle di pecora. Tutte le giornate, salvo quelle in cui pioveva, la donna, specialmente la moglie di un pastore o di un campagnolo, doveva provvedere alla raccolta della legna, all’approvvigionamento dell’acqua presso il pozzo fuori paese, alla mietitura, alla raccolta delle mandorle e delle olive e a tutte le altre faccende concernenti il lavoro di campagna. Inoltre, quando un figlio era troppo piccolo per frequentare la scuola (si andava fino all’età massima di 7/10 anni) o per andare a lavorare, veniva lasciato in casa alle sorelle maggiori. Il neonato, invece, avvolto “nda li pannucc”, seguiva la madre in campagna.

Una volta rincasata, dopo aver svolto i suoi doveri diurni, la donna doveva cucinare e se possibile preparare il pane. La farina si metteva in un contenitore detto “fazzatora”, in seguito si aggiungeva il sale, le patate, il lievito detto “lu criscent” ed infine l’acqua. Dopo aver ammassato il tutto, si aspettava che la massa fosse lievitata per poi cuocerla nel forno. “Quando a tavola si mangiava”, ricordano alcune signore anziane di Cagnano, “il vino c’era solo per chi poteva permetterselo e il caffè si prendeva soltanto quando una persona si sentiva poco bene”. In più, la donna non doveva solamente occuparsi di prendere l’acqua al pozzo, lavare i vestiti con la cenere o con il sapone fatto in casa e poi buttare via l’acqua sporca, ma doveva anche saper cucire tutti i capi che lei, il marito e i figli dovevano indossare. La sera si lavorava la mantella all’uncinetto, alla luce “ dellu lum”.

L’abbigliamento tipico e le feste

Solitamente, la donna cagnanese vestiva con una lunga camicia infilata all’altezza della vita in una “gunnedda longa”, rattoppata quando necessario. Portava in testa un fazzoletto piegato sotto il mento quando usciva a fare servizi per il paese, o “la scolla” un fazzoletto piegato con il nodo dietro il capo, utilizzato per i servizi domestici e per la campagna. La donna non usciva quasi mai a passeggio e quando lo faceva era sicuramente giorno di festa come la Madonna delle Grazie, San Michele e San Cataldo. Proprio in occasione di quest’ultima festività, le ragazze cagnanesi si facevano cucire un elegante vestito che poi avrebbero messo per uscire il 10 di maggio.

Durante queste piacevoli ricorrenze le donne preparavano “li scartllat, li crust’l, li pizzaredd e li turc’nedd”. I ragazzi uscivano molto più frequentemente rispetto alle ragazze, che si accontentavano invece di ascoltare un po’ di musica al grammofono e di ballare in casa in occasione di qualche compleanno.

L’amore ai tempi delle ambasciate  e dei rapimenti

Quando poi un giovanotto si innamorava di una giovane che ricambiava l’affetto mostratogli, non poteva andare a trovarla perché dovevano essere prima i suoi parenti a conoscere la famiglia di lei. Inizialmente l’incontro tra i due avveniva solo attraverso lo sguardo, nel momento in cui la ragazza era sul balcone di casa sua e il giovane giù in strada. Quando poi potevano finalmente uscire insieme a passeggio per il paese erano seguiti “dall’ambasciata”, ovvero dai loro parenti.

Nel caso in cui i genitori non volevano l’unione dei figli e i giovani innamorati non desideravano rinunciare l’uno all’altro, decidevano di fuggire da casa e di sposarsi in chiesa alle 05:00 del mattino, così che nessuno sapesse nulla. In ogni caso, matrimonio accettato o meno, la donna cagnanese non aspettava altro che dedicarsi alla “robba esposta”, tutta la sua dote veniva esposta in casa e ammirata dalla gente del paese, una decina di giorni prima delle nozze. A volte, però, poteva capitare che un giovane s’innamorasse di una giovinetta che non ricambiava il suo affetto, questa allora veniva rapita dagli amici del ragazzo che lo aiutavano nell’impresa e la portavano nel bosco. Spesso quando poi la ragazza ritornava al paese, era obbligata a sposarsi con il “mascalzone”, perché evidentemente nessun uomo l’avrebbe più desiderata.

Una figura chiave, seppur discriminata

Nel passato la donna era soggetta a soffrire molte ingiustizie a causa delle disuguaglianze rispetto all’uomo e sicuramente conduceva una vita molto più laboriosa e dura di quella di oggi. Sapeva fare tutto quello che una donna doveva saper fare, e allo stesso tempo era di buon animo, severa e rigida quando necessario e sapeva tenere unita la propria famiglia.

Domenica ad Apricena la cultura incontra il cibo

incontro apricena
incontro apricena

Domenica 3 marzo ad Apricena si terrà un evento da leccarsi i baffi che unisce cultura e gastronomia. “PUGLIA – luce mare terra e souvenir, di gusto” – questo il nome dell’evento-  si svolgerà con il fotografo e scrittore Carlos Solito, l’attore Giorgio Consoli e gli chef Mariagrazia Ferrandino e Agostino Bartoli.

Mariagrazia Ferrandino e Michele Falcone, proprietari di “da Nonna Peppina” ad Apricena hanno sempre creduto che la cucina fosse una forma d’arte, e che le nostre nonne siano le massime espressioni. Credono altresì che la Puglia, in tutta la sua interezza, sia una regione che ha offerto, offre, e avrà da offrire tanto al resto del mondo nei prossimi anni. Ed è per questo che hanno deciso di affidarsi e affiancarsi a dei talenti della Puglia: Carlos Solito, scrittore fotografo, giornalista e regista, che vanta numerose collaborazioni con magazine e quotidiani nazionali, come Vanity Fair con la rubrica “Tachicardia”. Ha inaugurato il ciclo di eventi di Matera Capitale della Cultura Europea 2019, pubblicato Sciamenescià (Elliot, 2016) ed è tornato in libreria con La Ballata dei Sassi (Sperling & Kupfer).

Giorgio Consoli, attore, musicista, performer e autore di testi musicali e teatrali. Ha lavorato in diverse produzioni nazionali ed internazionali con Maestri come Luca Ronconi, Romeo Castellucci, Robert Carsen. Al cinema ha collezionato diverse esperienze con registi quali Guido Chiesa, Nico Cirasola, Andrea Porporati. Ha conseguito diversi premi da attore e musicista (BJCEM Skopje Biennale giovani artisti Mediterraneo, Rome Film Award, Best Acting Duo Sanford FF). Agostino Bartoli, ristoratore di terza generazione e che guida il ristorante Gatto Rosso di Taranto dal 2000, dopo aver conquistato nel 2004 il premio come miglior giovene ristoratore dell’ anno dal Decano della ristorazione pugliese Angelo Ricci del Fornello di Ceglie allora già stella Michelin. Michele Sabatino, l’artista delle carni garganiche, colui il quale ha fatto dell’essere podolico uno stile di vita, come recita il su grembiule da lavoro, e che ha permesso negli ultimi anni, di far conoscere al mondo intero quanto di buono il Gargano e la Daunia, hanno da offrire al mondo culinario internazionale, intervenendo, tra i vari food event, a rassegne del calibro di EXPO 2015. Michele e Mariagrazia non hanno lasciato nulla al caso, e da buona tradizione pugliese, si sono affidati alle doti vitivinicole di due aziende come “D’Alfonso Del Sordo” e “Varvaglione”, dando così vita ad una squadra che fosse in grado a creare un ode alla Puglia, dal Gargano al Tacco d’Italia. Il loro obiettivo è chiaro: sperano che il risultato di questo evento sia una sorta di manifesto della Puglia che possa oltrepassare i confini regionali, in cui vengano raccontate le emozioni di chi, questa terra, la vive giorno dopo giorno, momento dopo momento, catturando ogni istante, anche quello che sfugge agli occhi meno attenti dei molti.

Mariagrazia Ferrandino e Michele Falcone. Ci sono due cose che una buona madre non manca di trasmettere a suo figlio: la prima è l’appartenenza, alla famiglia, alla terra di nascita, perché sappia sempre chi è e da dove viene; la seconda è la libertà. Che vale la proprietà transitiva, non c’è una senza l’altra e viceversa. La libertà di fare esperienza, di provare, sbagliare tornare indietro, fermarsi e cambiare strada. A questo fa pensare la storia di Maria Grazia Ferrandino e Michele Falcone, madre e figlio. La loro Trattoria Da Nonna Peppina è nata nel 2013 e come tutte le cose belle è più il frutto della passione, dell’istinto e dell’incoscienza, come racconta Maria Grazia, che della pianificazione programmata a tavolino. Maria Grazia ha lavorato a lungo in una salumeria, conosce bene la tradizione gastronomica locale, cucina per la sua famiglia ed i suoi amici e cucinare, per lei, è rivivere la magia dei pranzi e delle cene a casa sua, da bambina, quando sua madre Peppina riusciva a preparare pietanze squisite con quello che trovava in dispensa. Il coraggio di questa avventura lo trova in suo figlio Michele, gli studi universitari che ha intrapreso non lo fanno sentire nel posto giusto. Il posto giusto è Apricena, la terra che entrambi amano e alla quale appartengono, il posto giusto è la cucina, dove c’è la magia. Questa trattoria è un luogo in cui due diverse generazioni, quella di Maria Grazia e quella di Michele, s’incontrano e si azzuffano, più uniti di prima. La tradizione locale non sta chiusa in un ricettario polveroso ma va incontro a nuove combinazioni di gusto che vengono ideate, assaggiate, discusse e rettificate insieme. Insieme studiano e selezionano la materia prima, insieme la scelgono, piccole produzioni locali, la volontà di questa cucina è valorizzare al massimo la grande varietà di prodotti del territorio, esaltarne il sapore ma che il sapore resti pulito, autentico.

Agostino Bartoli nasce a Taranto nel 1977 da papà Rino e mamma Elisabetta , entrambi lavorano nella trattoria Gatto Rosso dei genitori di Rino …. Pietrina e Agostino rispettivamente salentina e toscano.Agostino nasce e cresce tra tavoli e fornelli , ma dopo gli studi da perito elettronico frequenta la facoltà di economia di Bari , non conquistando buoni risultati esaurisce i rinvii della leva militare ed è costretto ad arruolarsi in marina. La sua destinazione è la nave scuola Amerigo Vespucci dove agostino presta l anno di leva girando il mondo in svariati porti con la masione di nocchiere , ma conoscendo le suoe origini decino anche di farlo partecipare ai pranzi e cene di rappresentanza con numerosi capi di stato e personaggi di grande rilievo mondiale. E qui che inizia a nascere la sua passione per l’ ospitalita di un certo genere. E cosi nel 2000 torna a Taranto e si ferma nella trattoria di famiglia , inizia tra i tavoli gestendo la sala è gia nel 2004 viene premiato come miglior giovene ristoratore dell’ anno dal Decano della ristorazione pugliese Angelo Ricci del Fornello di Ceglie allora già stella michelin, durante la manifestazione Ceglie.
Ora Agostino passa timidamente ai fornelli gettando sulle basi della grande cucina tradiziomale dei suoi genitori la sua nuova filosofia di cucina. Tradizione materia prima del posto fresca olio extra vergine di altissimo livello e soprattutto non più di tre ingredienti per piatto.
Inizia ora a far parlare di se su riviste e guide e travolto come un amore per la cucina continua specializzandosi in master con grandi chef e pasticceri tra cui Vincenzo Camerucci di Cesenatico e Federic Bourse pasticcere francese. Ancora oggi Agostino è alla guida del ristorante Gatto Rosso con lo stesso amore e la stessa passione. Allo stato attuale la sua vera passione è cercare attraverso i piatti e gli ingredienti di far provare emozioni ai suoi ospite.

Una lunga storia d’amore cagnanese

matteo bocale e maria grazia columpsi
matteo bocale e maria grazia columpsi

Spesso si usa dire che la fantasia supera la realtà , questa volta la realtà nella sua magica manifestazione supera la fantasia. Nella cronaca di un evento che per quanto luttuoso, suggella un emozionante finale di una splendida coppia di due nostri concittadini che anche nel momento conclusivo della loro vita terrena lasciano un segno nei cuori e nella mente dei cari figli , nipoti e parenti ma anche di chi da sconosciuto riesce ad emozionarsi di fronte ad una storia come questa.

Una storia d’amore e di emigrazione nata negli anni Cinquanta

Matteo Bocale e Maria Grazia Columpsi negli anni 50
Matteo Bocale e Maria Grazia Columpsi negli anni Cinquanta

La loro storia d’amore ebbe inizio nel 1954 dove poco dopo per rendere ufficiale il loro amore fecero la cosiddetta “fuitina”, la fuga d’amore precisamente il 14 febbraio 1955. L’anno seguente nacque la loro prima figlia Monica è così iniziarono a costruire la loro famiglia ne seguono poi altre due femmine Teresa e Anna e un maschio Antonio . Dopo anni tornato dalla marina militare, Matteo decise di emigrare in Germania dove fece svariati lavori come carpentiere e manutentore delle ferrovie tedesche. La moglie Grazia ha dedicato pienamente la sua vita a casa e figli. Dopo anni di sacrifici decidono di tornare in patria, dove si godono la pensione e anni lontano dai partenti .

Il 3 gennaio 2018 dopo aver festeggiato i suoi 81 anni, Grazia dopo un malore durante la notte muore a causa di un infarto fulminante. Matteo ha visto la moglie morire fra le sue braccia. A quel punto il suo cuore non ha retto. Come nelle migliori storie d’amore, i due avrebbero voluto andarsene insieme e così è stato. Dopo un mese circa perde la vita anche lui ricongiungersi alla moglie. Però lui lo fa con un effetto sorpresa perché la sua morte coincide con lo stesso giorno una cui fecero la fuga d’amore 63 anni prima. Erano una coppia molto affiatata facevano tutto assieme.

 

Mito leggende e Arte:

Come Filemone e Bauci i quali, dopo aver accolto Zeus ed Ermes, viaggiatori dalle sembianze umane e rifiutati da diversi ospiti, esprimono un solo desiderio alle due divinità: servire il tempio di Zeus e morire insieme. Un desiderio esaudito, racconta Ovidio nelle Metamorfosi: Zeus li trasforma, così, in una quercia e un tiglio uniti per il tronco. Un albero meraviglioso, che si erge di fronte al tempio venerato per secoli. Come il loro amore. Dall’Arte e dalla pittura ad esempio in un dipinto di Rembrandt, come simbolo estremo d’amore.

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